Ricordando Padre Antonio Maria Costantini, frate cappuccino, eminente storico di Monte Santo del Settecento, pittore e restauratore, in occasione dei 250 anni dalla sua morte
a cura di Simona Ciasca e Paolo Onofri
Potenza Picena nell’Ottocento ha annoverato due importanti personalità che si sono occupate della sua storia antica, dei suoi monumenti e delle sue opere d’arte, oltre che dei suoi personaggi più importanti. Il primo è stato il marchese Filippo Bruti Liberati di Ripatransone, nato a Roma il 13/4/1791 e morto il 3/11/1867, sposato con una nostra concittadina, la contessa Ippolita Compagnoni Marefoschi e viene ricordato per aver scritto dal 1839 al 1858 n. 14 Lettere sopra Monte Santo.
Il secondo è stato Carlo Cenerelli Campana, nostro concittadino nato a Monte Santo il 14/7/1773 e morto il 18/6/1859, che viene ricordato per la sua storia di Monte Santo del 1852.
Noi ci siamo ampiamente occupati di questi due eminenti personaggi legati alla storia della nostra città, ma abbiamo sempre trascurato un terzo uomo illustre che prima di loro si era interessato della storia di Monte Santo nel Settecento. Si tratta di un religioso, p. Antonio Maria Costantini, al secolo Antonio Costantino, frate cappuccino che viene ricordato in particolare a Monte Santo perché è stato il postulatore della causa sopra il Culto immemorabile di San Girio, comprotettore della nostra città insieme a Santo Stefano Protomartire e a Santa Maria Maddalena, di cui ne parla Alessandro Marinucci nel suo libro pubblicato nel 1766 Della vita, culto e miracoli di San Girio Confessore Specialissimo Protettore di Monte Santo nel Piceno, santo originario della Francia, della città di Lunello. Questo frate cappuccino, nato a Monte Santo il giorno 19/1/1693 da Giuseppe, battezzato presso la Pieve di Santo Stefano, entrato secondo Norberto Mancini nell’ordine nel 1710 nel Convento di Camerino è morto ad Offida il giorno 26/2/1767, cioè 250 anni fa.
Oltre all’incarico di postulatore della causa di San Girio, ebbe l’incarico anche di postulare la causa di Beatificazione del Venerabile Bernardo d’Offida. Ebbe inoltre un incarico speciale: la compilazione degli Annali della Provincia dei Cappuccini Piceni. Ebbe una particolare predisposizione per lo studio della storia di Monte Santo, avendo la possibilità e capacità di poter consultare la documentazione del nostro Archivio Storico Comunale, degli altri archivi religiosi locali e di quello Episcopale di Fermo.
Per questo diede alle stampe diverse pubblicazioni, tra cui la più citata, ma mai ritrovata, Raccolta di documenti antichi estratti diligentemente dall’Archivio Storico Comunale di Montesanto e dall’Episcopale di Fermo, tipografia Domenico Poggiarelli, Ronciglione, 1742.
In molti hanno cercato questo scritto di p. Antonio Maria Costantini, ad esempio il Conte Monaldo Leopardi, padre del grande poeta Giacomo, il Marchese Filippo Bruti Liberati e R. De Amicis, ma inutilmente, tanto da arrivare alla conclusione che non sia mai esistito, nonostante che la tipografia Poggiarelli a Ronciglione abbia operato per diversi anni.
L’altra pubblicazione per cui viene ricordato è stata Memorie della Nobile Terra di Montesanto, manoscritto apocrifo esistente presso la Biblioteca Civile di Fermo (copia di questo interessante lavoro oggi si trova anche presso il nostro Archivio Storico Comunale, grazie all’interessamento del Dott. Roberto Domenichini). Oltre che di Monte Santo, il Costantini si è anche occupato della storia di Pausula, l’attuale Corridonia, scrivendo il testo Dissertazione sopra il sito ed altre antichità di Pausula celebre città nel Piceno, ma ora distrutta, manoscritto che esisteva presso la libreria dei Marchesi Raffaelli di Cingoli. Nella stessa libreria si trovava anche il seguente manoscritto: Catagolus documentorum, Iurium Privilegiorium ad historicam narrationem hominum et Terrae Montis Sancti Dioecesis Firmanae in Piceno spectantum ex variis locis publicis collectus.
Si interessò, secondo p. Callisto Urbanelli, anche alla ricerca delle acque del sottosuolo di Loreto e del prosciugamento delle paludi Pontine. Il Costantini viene ricordato inoltre come pittore e restauratore: è documentato un suo intervento di restauro nel 1742 sulla tavola di Simone De Magistris del 1576 la Deposizione dalla Croce e i Santi Francesco d’Assisi e Lorenzo Diacono presso la Chiesa di San Lorenzo dei Frati Cappuccini di Monte Santo.
È intervenuto anche nel 1754 su un’altra tela di Simone de Magistris del 1585-1588 che si trovava a Tolentino, oggi conservata presso il Museo della Basilica di San Nicola da Tolentino, Sposalizio Mistico di Santa Caterina d’Alessandria e i Santi Nicola da Tolentino e Antonio di Padova. È intervenuto, secondo p. Floriano Grimaldi, nell’operazione di restauro degli affreschi del Pomarancio nella Basilica della Santa Casa di Loreto.
Indubbiamente p. Antonio Maria Costantini è stato un religioso di Monte Santo che ha saputo lasciare un segno molto importante per quanto riguarda la storia della nostra città ed il culto di San Girio, oltre che essere stato un bravo restauratore dell’epoca. Comunque deve essere annoverato di diritto tra gli storici di Potenza Picena, il primo del Settecento della nostra città.
Notizie tratte da Potentini Illustri di Norberto Mancini, Recanati, 1950, Industria Tipografica Pupilli.
Articoli correlati: