Conosciamo meglio le opere d’arte di Potenza Picena. Il “Sant’Emidio che protegge Monte Santo” del 1770 di Benedetto Biancolini
a cura di Simona Ciasca e Paolo Onofri
Una delle opere d’arte più significative e rappresentate, è sicuramente il “Sant’Emidio che protegge Monte Santo”, olio su tela cm 177×113 del 1770 di Benedetto Biancolini. Il pittore Benedetto Biancolini, nato ad Ascoli Piceno nel 1717 e morto a Monte Santo il 23 Maggio 1797, è autore tra l’altro del quadro di San Girio nella omonima chiesa realizzato nel 1791 su incarico del nostro comune e degli affreschi del presbiterio della Cappella dei Contadini, sotto alla Collegiata di Santo Stefano.
Intervenne inoltre sia sul quadro dell’altare maggiore della Chiesa di San Tommaso nel Monastero delle Clarisse, “l’Incredulità di San Tommaso” del Sec. XVII, attribuito a Francesco Caccianiga, che nel contesto della Chiesa di Sant’Agostino sull’opera “San Nicola da Tolentino intercede per le anime del Purgatorio”, inizi sec. XVII, scuola di Cristoforo Roncalli, detto il Pomarancio.
Il Biancolini ha dipinto anche nella Villa Bonaccorsi ed ha tenuto a Monte Santo una fiorente scuola di pittura.
Il 14 Maggio 1999, con delibera di Giunta Comunale n. 306, il Comune di Potenza Picena ha intitolato a Benedetto Biancolini la propria Pinacoteca Comunale di Via Trento, che era stata inaugurata il giorno 27/9/1980. Il quadro di Sant’Emidio era stato commissionato al pittore Benedetto Biancolini dalla nostra comunità dopo che il terremoto del 1770 non aveva arrecato gravi danni sia alle cose che alle persone. Nella scritta in latino della lapide posta sulla destra del quadro si legge “terra tremuit et con tutore nostro quievit MDCCLXX B.B.P.P.” (la terra ha tremato ma grazie all’intervento del nostro protettore (Sant’Emidio) si è calmata 1770, Benedetto Biancolini pictor pinxit).
Inoltre in segno di ringraziamento Sant’Emidio verrà considerato comprotettore della nostra città. Sant’Emidio, patrono di Ascoli Piceno, protettore contro i terremoti, veglia dal 1770 sulla comunità di Monte Santo, proteggendola dagli eventi sismici, fino ad oggi con buoni risultati.
La raffigurazione di Monte Santo di fine Settecento che troviamo in questo quadro, sorretta da un putto, è molto importante e realistica. Troviamo in questa raffigurazione la torre della piazza principale con la cuspide, struttura alta all’epoca mt. 46,90, successivamente abbattuta da un fulmine il giorno 11 gennaio 1886, che l’ha ridotta di metri 12,40, portandola agli attuali metri 34,50. La pieve di Santo Stefano, demolita nel 1796, viene raffigurata nella piazza principale e troviamo anche la chiesa di San Francesco da poco iniziata a costruire (nel 1766) ma non conclusa (è stata terminata nel 1778). Si nota in primo piano l’imponente cinta muraria rifatta nel 1567 a difesa dal pericolo dei Turchi, con due grandi bastioni e porta Girola con dietro la Chiesa di San Paolo. Il Palazzo Comunale mostra sopra una torretta, che verrà eliminata nella seconda metà dell’Ottocento; si notano inoltre la Chiesa di Sant’Antonio Abate ed il Collegio dei Gesuiti. Indubbiamente il tutto rappresenta uno spaccato santese di fine Settecento del centro storico molto originale.
Il quadro, dopo essere stato ospitato all’interno del Palazzo Comunale, è stato portato nel contesto della chiesetta del cimitero del Capoluogo, dove è rimasto fino al 1980, quando è stato collocato nei locali della Pinacoteca Comunale.
Dal giorno 18/1/2006 è stato di nuovo sistemato nel contesto della sala giunta “Antonio Carestia” nel Palazzo Municipale. La tela, ridotta in pessime condizioni, è stata sottoposta nel 1998 ad un accurato intervento di restauro da parte di Gianfranco Pasquali di Macerata per una spesa complessiva di Lire 3.827.040 (iva compresa). Questo quadro aveva una particolare cornice curva che solo nel 2006 è stata sottoposta ad un intervento di restauro per renderla lineare ed il lavoro è stato eseguito da Orietta Olivetti di Ostra Vetere.
Durante la mostra fotografica di Bruno Grandinetti “Ignoti sulla bocca di tutti”, seconda edizione, che si è tenuta nei locali recuperati di San Francesco dal giorno 9 al 31 agosto 1997, tra i visitatori sono stati raccolti la bellezza di Lire 2.000.000 da destinarsi al restauro del Sant’Emidio.
Questo quadro deve quindi considerarsi a tutti gli effetti l’opera a cui tutti i santesi si sentono maggiormente legati ed affezionati.
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