Cenni storici dell’Istituto “Figlie del SS.mo Redentore e della B. V. Addolorata” di Potenza Picena
a cura di Suor Maria Candida Italiani
Il Ritiro delle suore del SS/mo Redentore e Beata Vergine Addolorata ebbe origine il 5 aprile 1816, Venerdì di Passione da cinque zitelle che si riunirono in una casa privata con l’intento di dedicarsi esclusivamente al servizio di Dio.
Negli anni successivi il numero di esse andò sempre più accrescendosi in modo che nell’anno 1822 raggiunsero il numero di dodici e dalla casa primiera trasferirono la loro abitazione in una parte dell’antico Collegio dei PP. Gesuiti, ossia casa Prepositurale, ceduta loro in uso da quel Rev.do Proposto D. Luigi Pasquali. Morto quel Rev.do Proposto, le zitelle ottennero, con rescritto Pontificio del 26 marzo 1838, in perpetuo l’abitazione per dieci suore, con obbligo di fare scuola alle fanciulle e con obbligo di mantenere e nettare la biancheria della Chiesa Prepositurale e somministrarle le Ostie. Continuarono le zitelle a vivere così riunite sino all’agosto 1874. In quell’anno il Ritiro prese aspetto di casa religiosa tanto che l’Eminentissimo Cardinale Filippo De Angelis, Arcivescovo e Principe di Fermo volle dare una regola e ciò avvenne con decreto del 24 agosto 1874.
In quell’occasione l’Eminenza Sua dava alla Comunità un suo rappresentante con il nome di deputato Ecclesiastico nella persona del Reverendissimo Signor Proposto.
Fu poi nel novembre del 1882 che si compirono i desideri delle Suore con l’emissione dei voti semplici su le basi dalla regola stessa prescritte. I santi voti furono ricevuti da S.E. Rev.ma Mons. Rocco Anselmini, Vescovo di Nocera, mandatovi con speciali facoltà da S.E. Rev.ma Mons. Amilcare Malagola Arcivescovo e Principe di Fermo.
Oggi le Suore chiamate Figlie dell’Addolorata, occupano tutto l’antico convento dei PP. Gesuiti.
Una parte della casa fu ceduta loro dal Conte Giuseppe Carradori con l’obbligo di provvedere in perpetuo alla funzione della Coroncina nella chiesa di S. Sisto insieme all’obbligo di mantenere in perpetuo due giovanette nell’Istituto in qualità di educande; un’altra parte della casa fu comprata dal Conte Alessandro Carradori; una terza parte, le Suore la godono in forza, come accennato, del Rescritto Pontificio; ed infine alcune camere furono date dal Proposto D. Giuseppe Gironelli in commutazione di un pezzo di terreno ceduto per la fabbrica della casa parrocchiale, con approvazione di S.E. Mons. Roberto Papiri, Arcivescovo e Principe di Fermo.
Le Suore possiedono macchine da tessuto in damasco, seta, lana, cotone, e per questi lavori sono conosciute e ricercate. Hanno pure un fiorente Educandato con scuole medie parificate.
Altre case religiose di queste Suore sono in Amandola, Fontespina di Porto Civitanova, Meldola (Forlì), Porto Potenza Picena.
Articolo tratto dal libro di Mons. Giovanni Cotognini “Il Capitolo dell’Insigne Collegiata di Santo Stefano in Monte Santo” del 25 luglio 1951. Appendice 14 pubblicato sul blog.
Suor Maria Candida Italiani, al secolo Nivea, nata a Meldola (Forlì) il giorno 9/9/1934 da Aldo e Argentina Giulianini, morta a Potenza Picena presso la Casa Madre dell’Istituto il giorno 6/8/1990.
Documento allegato:
addolorata.pdf – Libro di Suor Maria Candida italiani