Ricordando gli esuli giuliano-dalmati e i profughi che sono vissuti a Potenza Picena
Ogni anno, con la legge n°92 del 30 Marzo 2004, in Italia il giorno 10 Febbraio si celebra la giornata del ricordo in memoria delle vittime delle foibe e dell’esodo di circa 350.000 italiani dalle città giuliano-dalmate di Pola, Fiume, Zara e non solo, realtà che dopo il Trattato di Pace di Parigi del 10/2/21947 sono passate sotto il controllo della Jugoslavia di Tito, in virtù del fatto che l’Italia è stata considerata come una nazione sconfitta dopo la seconda guerra mondiale. Il Comune di Potenza Picena non ha mai celebrato questo avvenimento.
Le Marche hanno ospitato a Servigliano un importante centro di raccolta dei profughi e degli esuli giuliano-dalmati, partiti dalla loro terra nel 1947. Da Servigliano diversi di questi esuli sono giunti anche nella nostra città. Secondo le mie ricerche d’archivio, ed anche secondo i ricordi delle persone più anziane, nella nostra realtà abbiamo avuto la presenza di diversi nuclei familiari, che si sono fermati in città. Già nel 2012 abbiamo parlato della storia di uno di questi esuli, il maestro Silvio Hodach, nato a Zara il 28/12/1936 , orfano era giunto a Potenza Picena nel 1949 all’età di soli 13 anni, ospitato dalla famiglia di Giuseppe Andri, suo zio, anche lui esule nato a Zara il 20/2/1896 la cui famiglia era composta dalla moglie Angiolina Rodini, dal figlio Aldo e dalla suocera Carmela Tecovich, tutti di Zara. Giuseppe Andri a Zara era un dipendente comunale ed anche nella nostra città è stato assunto presso il nostro ente locale. Silvio Hodach, successivamente si è sposato a Potenza Picena il 28/10/1961 con la sig.ra Adua Vucenovich, anche lei originaria di Zara, ma residente a Pescara e dal loro matrimonio sono nati Fabio e Maria-Tiziana.
Dopo la morte di Silvio Hodach, avvenuta il 21/1/1975 in Ancona, la famiglia si è trasferita a Pescara. Hodach è stato consigliere comunale per la DC ed era un virtuoso del pianoforte. Un’altra famiglia che si è stabilita a Potenza Picena è stata quella di Ernesto Gobbi, nato a Canale San Bovo (Trento), e di sua moglie Eufemia Micatovich originaria di Torre di Parenzo (Pola), arrivati nella nostra città partiti da Gaeta. Non hanno avuto figli ed Ernesto Gobbi ha fatto la Guardia Municipale. Una terza famiglia che si è stabilità a Potenza Picena, in particolare al Porto, il cui capofamiglia proveniva da Fiume, è stata quella di Silvino Duiz, di sua moglie Costa Maria di Collazzone (PG), del padre Luigi Alessandro di Fiume e del figlio Claudio nato a Passignano sul Trasimeno. Da Passignano si sono trasferiti a Porto Potenza Picena dove Silvino ha lavorato come impiegato presso l’Istituto Elioterapico S.Stefano. Di questa famiglia originaria di Fiume vive ancora oggi al Porto il figlio Claudio che nel frattempo si è sposato con la sig.ra Maria Assunta Moscioni. Nel 1945, cioè prima dell’inizio dell’esodo giuliano-dalmata, risultava presente a Porto Potenza Picena un’altra famiglia proveniente da Zara, che non si è stabilita definitivamente in città. Si trattava della famiglia Unich, composta da Giovanni, da sua moglie Jvanco Edvige, dal figlio Matteo, dalla nuora Beneveria Domida e dal nipote Gianni. Anche la sig.ra Ronconi Giorgia del fu Mariano il 7/6/1946 risulta presente a Potenza Picena, proveniente da Fiume, ospite delle sorelle Antonia e Luigia, sarte di Potenza Picena, conosciute come le “profughe”. Oggi vive a Potenza Picena anche la sig.ra Piccolo Isabella (Edda), nata a Fiume il 15/4/1930, dopo essere stata per molti anni a Bergamo. Quella della famiglia Ronconi è una storia incredibile. Infatti i componenti questa famiglia si trovavano a Potenza Picena come profughi, come altre 50 persone, già durante la prima guerra mondiale, provenienti dalle zone di guerra, ed esattamente da Susak (Fiume).
Era una famiglia molto numerosa, composta dalla madre Maria Blazevich nata a Markopaly, da un figlio Ernesto, poi sposato con la sig.ra Amelia Fontinovo, la “Frajentina” che gestiva la cantina di Via S.Marco nel centro storico, e da altre 5 figlie, tutte sarte, Antonia, Luigia, Maria, Giorgia e Veronica. Dopo la fine della prima guerra mondiale, a differenza di tutti gli altri profughi che sono ritornati nelle loro zone di origine, i Ronconi sono rimasti tutti nella nostra città e solo nel 1934 la madre Maria Blazevich e una delle figlie, Giorgia Ronconi, hanno fatto ritorno a Markopaly. Una delle sorelle Ronconi, Maria ha sposato Roul Torresi ed un’altra, Veronica un soldato polacco del battaglione Skorpion Sergio Krylow, andati poi in Argentina. Un’altra profuga, proveniente da Gorizia durante la prima guerra mondiale che con la sua famiglia era approdata prima a Corridonia poi giovane nel nostro Monastero dell’Addolorata è stata Ida Beghin, che è venuta nella nostra città insieme alla sorella Margherita. Successivamente sono tutte e due diventate suore dell’Addolorata ed Ida addirittura è stata Superiore del nostro Monastero dal 1963 al 1979. Queste sono le storie delle famiglie che si sono fermate a Potenza Picena, esuli o dai territori giuliano-dalmati nel 1947, oppure profughi nel 1918 a causa della prima guerra mondiale. La nostra città ha saputo accoglierli tutti, nonostante le difficoltà, considerandoli fratelli ed italiani. La causa di queste tragedie familiari due guerre mondiali. Mai più guerre, mai più nazionalismi.
E’ sempre molto appassionante leggere il passato di un popolo, di un comune, per una famiglia, di un singolo personaggio. Merito a chi lo fa per la memoria e con tanta passione.
Egregio Sig. Antonio Lonigro,
grazie per il suo intervento.
Per noi è molto appassionante scoprire il passato della nostra gente, basandoci sempre su documentazione d’archivio.
Massimo rigore storico con lo scopo dei far conoscere la verità a tutti.
Continui a seguire il nostro lavoro, dandoci anche dei consigli.
Saluti.
Gentile Dott. Onofri,
oggi, nel cercare delle notizie su internet, mi sono imbattuto in questo suo articolo ed è stata una piacevolissima sorpresa in quanto io sono il pronipote di Giuseppe Andri, Aldo era mio nonno. Avrei piacere di parlare con lei.
Intanto la ringrazio per il suo articolo e la saluto cordialmente.
Egregio Sig. Stefano Silenzi,
l’articolo che ricorda gli esuli giuliano-dalmati ed i profughi che sono vissuti a Potenza Picena è nato dall’esigenza di capire il riflesso locale di questo drammatico avvenimento nazionale.
Dai documenti del nostro ricchissimo archivio storico comunale sono quindi emerse le storie umane di questi nostri connazionali che sono venuti a Potenza Picena e che la nostra comunità ha saputo accogliere a braccia aperte. Personalmente conoscevo solo la storia del M° Silvio Hodach, che aveva insegnato a scuola a mio fratello Giordano ed era stato anche consigliere comunale della Democrazia Cristiana e presidente dell’Associazione dalle Ande Agli Appennini.
Se Lei ha documenti, foto e notizie potrebbe mandarcele, oppure potrebbe Lei scrivere un articolo che racconta la storia della sua famiglia e noi la potremmo pubblicare sul nostro blog.
Io sono a sua completa disposizione, se viene a Potenza Picena ci potremmo incontrare e parlare.
Colgo l’occasione per salutarla cordialmente.
P.S.: la curiosità di approfondire la storia degli esuli e dei profughi a Potenza Picena è nata quando ho conosciuto la Dott.ssa Graziella Carassi che ha scritto il libro “Maddalena profuga per sempre” che è stato presentato anche a Potenza Picena.