Un nido per “le rondini”
testo di Chiara Belardinelli
Visti i tempi che corrono a qualcuno verrebbe voglia di emigrare, magari anche solo per un periodo, giusto quel che serve per poter ricominciare…
…un po’ come le rondini! Non a caso anche la recente storia novecentesca annovera tra le pagine dell’emigrazione la cosiddetta “golondrina”, termine spagnolo che in italiano indicherebbe “la rondine”: simbolo dei tanti e brevi viaggi, intrapresi per lo più da giovani adulti, che approfittavano delle inversioni stagionali per potersi comprare il campo, la casa e magari metter su famiglia.
«Emigrano i semi sulle ali dei venti, emigrano le piante da continente a continente portate dalle correnti delle acque, emigrano gli uccelli e gli animali, e, più di tutti emigra l’uomo, ora in forma collettiva, ora in forma isolata…
L’emigrazione é dunque un diritto naturale, inalienabile; é una valvola di sicurezza sociale che ristabilisce l’equilibrio tra le ricchezze e le potenze produttive di un popolo; é fonte di benessere per chi va e per chi resta, sgravando il suolo di una popolazione soverchia e avvalorando la mano d’opera di chi resta; può essere insomma un bene o un male individuale o nazionale, a seconda del modo e delle condizioni in cui si compie, ma é quasi sempre una risorsa umana, poiché apre nuove vie ai commerci, facilita la diffusione dei trovati della scienza e delle industrie, fonde e perfeziona le civiltà e allarga il concetto di patria oltre i confini materiali, facendo patria dell’uomo il mondo.»
Lunedì 09 dicembre 2013, a Recanati, presso la sede di Villa “Colloredo Mels” è stato inaugurato il Museo dell’Emigrazione Marchigiana[2] (MEMA).
Nei locali antecedenti l’ingresso al museo, le foto appese alle pareti rievocano alcuni dei luoghi più cari ai marchigiani. Nella prima sala é stato ricostruito l’interno di un ambiente domestico con utensili di metà ‘800 (deposito temporaneo dei Musei Civici di Palazzo Buonaccorsi, Macerata). Poco più oltre un baule e delle valigie (dono delle famiglie Affede/Noé -Belgio-; Vagnarelli -Australia-; Cicetti -Svizzera-; Fiorelli, Schiavoni, Malaspina/Cecchini -Australia-) conservano il ricordo e le attese di chi si preparava ad emigrare.
In fondo alle scale, dopo esser saliti sulla cuccetta di “una nave” ed aver fatto amicizia con qualche passeggero “in treno”, si sosta all’ingresso della miniera per ascoltare storie di vita di alcuni minatori marchigiani.
Continuando a “viaggiare” tra le stanze del museo si conoscono le principali destinazioni d’arrivo dei marchigiani tra ‘800 e ‘900: Europa, USA, Canada, Australia e Sudamerica, con una grande predilezione per l’ Argentina.
Quest’esposizione permanente é continuamente in divenire, grazie alla possibilità di sostituire e/o implementare la documentazione, le foto, la musica ed i racconti contenuti nel grande tavolo “touch screen” e nella “LIM” in essa presenti.
Il rapporto di corrispondenza con le tante associazioni di marchigiani nel mondo e con i singoli emigrati reca in sé una forza inedita da veicolare e convogliare verso nuove forme di progettualità e di prossimità.
L’emigrazione al femminile nella mentalità collettiva dell’epoca ed il rapporto delle donne con il lavoro in fabbrica sono aspetti del quotidiano raccontati soprattutto da lettere e memorie, consegnate al museo e conservate nel centro di documentazione. Tante le testimonianze che mostrano la forza della vita e della speranza, come quella di una ragazzina dispiaciuta per la sorella maggiore, che una volta in Argentina, ebbe la sorpresa di non vedersi riconoscere il titolo di studio conseguito in Italia. Quest’ultima ragazza, provata ma non vinta dalla rassegnazione, dopo aver esposto la sua causa alla sig.ra Eva Péron, ottenne una nuova regolamentazione dell’apparato legislativo in materia che le permise di poter esercitare liberamente la propria professione.
Le applicazioni multimediali rendono ancora più agile e divertente la consultazione di documenti, foto, lettere, filmati, memorie e testimonianze.
Si segnala inoltre la possibilità di verificare le vicende migratorie di antenati e conoscenti attraverso l’utilizzo del “Cisei”[3] e del “Sirpac” Regionale, contenente le prime schede di emigrati marchigiani, curate dalla dott.ssa Franceschetti e da me. Il nostro intervento[4] iniziato con la raccolta, l’archiviazione e la selezione di materiale documentario, successivamente inserito nel tavolo touch screen[5] é proseguito con la catalogazione SIRPAC e sta volgendo al termine con la sistematizzazione e l’avvio del centro di documentazione. Con l’occasione ringrazio i signori Livio Staffolani, Emilio Zamboni ed Paolo Onofri per la partecipazione e l’interesse mostrato verso questa realtà, alla quale hanno già donato due video, realizzati per ricordare lo stretto legame tra i potentini e la terra argentina ed invito quanti sono interessati a visitare il museo tutti i giorni tranne il lunedì, dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 16:00 alle 19:00.
[1] Seconda conferenza sull’emigrazione tenuta da Scalabrini a Torino nel 1898.
[2] Promosso e realizzato dalla collaborazione tra la Regione Marche, il Sistema museale della Provincia di Macerata, il Comune di Recanati, l’associazione Spazio Cultura, la ditta ETT di Genova e le Associazioni e Federazioni di marchigiani nel mondo.
[3] Programma del Centro Studi sull’Emigrazione di Genova.
[4] Reso possibile nell’ambito del progetto L.R. 04/10 – APQ “Giovani ri-cercatori di senso” secondo le Determinazioni Dirigenziali n. 88/Settore V del 04.06.2012 e n. 125 V Settore del 23/07/2012.
[5] Dalla ditta ETT di Genova.
Un Nido Para “Las Golondrinas”
Visto los tiempos que corren a algunos le vienen deseos de emigrar, aunque sea solo por un período, aquel que sirve para poder recomenzar…
….un poco como las golondrinas! No como una de las tantas historias del novecientos que hablan de las emigraciones al estilo golondrina, símbolo de tantos y breves viajes emprendidos en general por jóvenes adultos que aprovechaban su madurez para poder comprar el campo, la casa y así poder meter a su familia.
“Emigran las semillas sobre las alas del viento, emigran las plantas de continente a continente llevadas por las corrientes de las aguas, emigran los pájaros y los animales y, sobretodo emigra el hombre, a veces en forma colectiva y otras veces solo.
La emigración es por consiguiente un derecho natural, inalienable; es una válvula de seguridad social que restablece el equilibrio entre la riqueza y la potencia productiva de un pueblo; es fuente de bienestar para el que se va y para el que se queda, aliviando el costo de una población numerosa y revaluando la mano de obra; puede ser en suma un bién o un mal individual o nacional, según el modo y la condición que se cumple, pero es casi siempre un recurso humano, porque abre nuevas vias de comercio, facilita la difusión del encuentro de la ciencia y de la industria, une y perfecciona la civilidad y alarga el concepto de patria más allá de los límites materiales” [1].
Lunes 9 de diciembre 2013, en Recanati, en la sede de Villa “Colloredo Mels”, se inauguró el Museo de la Emigración Marchegiana [2] (MEMA)
En el local anterior al ingreso hay fotos colgadas en la pared que evocan algunos de los lugares muy queridos por el marchigiano. Después, en el primer salón fue reconstruido el interno de un ambiente doméstico con utensilios de mitad del año 1800 (depósito provisorio del Museo Cívico del Palacio Buonaccorsi, Macerata). Un poco más allá un baul y varias valijas ( donados por las familias Affede/Noé de Bélgica; Vagnarelli de Australia; Cicetti de Suiza; Fiorelli, Schiavoni, Malaspina/Cechini de Australia) que conservan el recuerdo y la expectativa de quien se preparaba para emigrar.
Al fondo de la escalera, después de salir de la lítera de “una nave” y haber hecho amistad con cualquier pasajero “en el tren”, se detiene en la puerta de una mina para escuchar historias de vida de algún minero marchigiano.
Continuando a “viajar” por los salones del museo se pueden conocer las principales destinaciones de los marchigianos emigrados entre el 1800 y el 190 Europa, USA, Canadá, Australia y Sudamérica, con una gran predilección por la Argentina.
Esta exposición permanente y continuamente en cambio, se desarrolla gracias a la posibilidad de sustituir y/o implementar la documentación, las fotos, la música y la información contenida en las mesas, por vias de computadoras y radio-comunicación.
La relación con las numerosas asociaciones de marchegianos en el mundo y emigrados en particular, por medio de correspondencia, aporta nuevas formas de comunicación y nos acerca para proyectar juntos.
La emigracion femenina en la mentalidad de la época y, la relación de las mujeres con el trabajo en las fábricas, fueron aspectos del diario vivir y de argumentos hablados y escritos consignados al museo y conservados en el centro de comunicaciones. Muchos testimonios mostraron la fuerza de la vida y de la esperanza, como aquel de una muchachita avergonzada por su hermana mayor, porque no le reconocieron el título de estudio conseguido en Italia; desaprobada pero no vencida por la resignación, expuso su causa a la señora Eva Perón y por este medio, obtuvo una nueva reglamentación del Poder Legislativo que le permitió ejercer libremente su profesión.
La aplicación de los distintos medios modernos rinden más ágiles y recreativos para consultar documentos, fotos, textos, filmaciones, notas, apuntes y testimonios.
Se señala además la posibilidad de verificar las vicisitudes migratorias de nuestros antepasados y conocidos a traves del “Cisei”[3] y del “Sirpac” Regionale, que contiene la primera cédula de emigrados marchigianos, al cuidado de la doctora Franceschetti y mio. La nuestra intervención[4] iniciada con la colección, el archivo y la selección de materiales documentales insertados en la mesa touch screen[5] y continuado en el catálogo SIRPAC , está llegando a su fin con la sistematización y el principio del centro de documentación. En esta ocasión agradezco a los señores Livio Staffolani, Emilio Zamboni y Paolo Onofri por la participación y el interés mostrado por ellos, más la donación de dos videos, realizados para recordar los vínculos entre los potentinos y la tierra argentina, e invito a quien le pueda interesar, a visitar el museo todos los días menos los lunes, de las 10 a las 13 horas y de las 16 a las 19 horas.
(Traduzione di Emilio Zamboni)
[1] Segunda conferencia sobre la emigración realizada por Scalabrini en Torino en el 1898
[2] Promovido y realizado con la colaboraciónes de: Región Marche, Sistema Museale de la Provincia de Macerata, Comuna de Recanati, la asociación Spazio Cultura, la sociedad ETT de Génova y la Asociación y Federación de marchigianos en el mundo.
[3] Programa del Centro de Estudios sobre las emigraciones de Genova.
[4] Hecho posible en el ámbito del proyecto L.R. O4/10
[5] De la Sociedad ETT de Génova.