La grande Pasqualina “Montesanta”
del Prof. Arturo Sardini
Pasqualina Pezzola, detta anche la Montesanta, dal patronimico del marito, – per l’anagrafe Costanza Porfiri – veggente diagnosta e telediagnosta di straordinaria efficacia, vive ed opera a Civitanova Marche, ma nacque il 2 Agosto 1908 in una numerosa famiglia di contadini, a Cascinare di S. Elpidio a Mare, dove frequentò la terza elementare e dove si maritò con Luigi Pezzola, recentemente scomparso, dal quale ebbe tre figli: Edda, Benito e Stella, tutti sposati, e da questi, una nutrita schiera di nipoti e pronipoti. Su Pasqualina molto è stato scritto, talvolta anche a sproposito, da taluni giornalisti e molto è stato detto da studiosi di fenomeni paranormali, ma molto resta ancora da dire, in quanto, al di là degli esperimenti scientifici, tutti con riscontri positivi, cui la veggente diagnosta e telediagnosta in più occasioni è stata sottoposta da illustri clinici e da note personalità del mondo della parapsicologia, ci sono altri aspetti da non trascurare e che devono essere esaminati e valutati alla stregua di altrettanti documenti, anch’essi probanti non solo la lunga attività della veggente-diagnosta, ma soprattutto la efficacia delle sue diagnosi ed il patrimonio di umanità che essi costituiscono; aspetti e documenti che superano di gran lunga i risultati degli esperimenti scientifici pubblici e ufficiali. Mi riferisco alle migliaia di lettere, provenienti da ogni parte d’Italia e del mondo, intelligentemente ed ordinatamente conservate e catalogate dal Geom. Mario Pistilli, genero di Pasqualina, le quali attestano, inconfutabilmente, non solo la gratitudine dei tanti pazienti visitati dalla diagnosta – tra questi, Papi, teste coronate, oltre che personalità del cinema, dello spettacolo, della politica e della cultura – ma anche una vasta e varia casistica patologica, con riscontri esattissimi, attraverso dettagliatissime diagnosi, per non parlare dei rapporti di una umana solidarietà, stabilitasi tra la veggente ed i suoi innumerevoli pazienti in quasi 60 anni di esercizio delle sue facoltà diagnostiche e telediagnostiche.
Questa semplice modestissima donna scopre, occasionalmente, nel 1933, a motivo di un preoccupante ritardo del marito, di possedere quelle straordinarie facoltà mentali che, perfezionatesi, potenziatesi ed affinatesi con l’esercizio quotidiano, faranno parlare per oltre mezzo secolo del personaggio Pasqualina, talora suscitando polemiche e perplessità, diffondendone, comunque, la fama oltre i confini nazionali, fin dove la sua azione benefica ed umanitaria, richiestissima, ha potuto portare sollievo e speranza e, talvolta, anche certezze amare, fugando, comunque, in tali casi, dolorose, preoccupanti perplessità e predisponendo alla cristiana rassegnazione. E’ questa carica di umanità che, nei prossimi scritti, si dovrà sottolineare e recuperare, perchè spesso dimenticata dalla euforia dei risultati che, come sempre accade, lascia nel dimenticatoio le fasi di lunghi, inimmaginabili calvari, affrontati prima di approdare al “santuario dei miracoli”, quale per molti è stata la casa della veggente. Pasqualina, religiosissima, scrupolosissima, nella sua umiltà, tanto da richiedere ed ottenere l’autorizzazione dalle autorità ecclesiastiche per l’esercizio delle sue facoltà, ha visto bussare alla sua porta torme di pellegrini venute a chiederle aiuto, una parola di speranza o di certezza, di fronte alla impotenza o ai dubbi della scienza ufficiale; e quando per la stanchezza fisica e psichica, – specialmente dopo i difficili ed estenuanti “viaggi”, cui spesso si sottoponeva, per portare lenimento alle sofferenze del prossimo, ancorché lontano migliaia di Km. – era costretta ad interrompere la sua attività, si doleva per il disagio di coloro che, da ore, sostavano in anticamera, nell’attesa angosciosa di essere chiamati; e, se avesse potuto, avrebbe moltiplicato i suoi poteri, per aiutare tutti. Questi aspetti e questa carica di umanità non dovranno essere trascurati, quando si scriverà la storia di Pasqualina, così come appaiono dal cumulo di corrispondenza di tanti beneficiati, nell’arco di oltre mezzo secolo di attività diagnostica e telediagnostica, fin dai tempi della Contessa Mancini-Spinucci la quale, accortasi delle straordinarie facoltà di Pasqualina, la portò con sé a Roma dove esercitava la professione medica, per accertamenti e studi.
Potrei addurre testimonianze personali, dirette ed indirette, sulla particolarissima attività di Pasqualina, che mi onora della sua amicizia e della sua stima, sempre da me ricambiate con singolare affetto e riconoscenza; ma non aggiungerei molto a quello che altri hanno scritto e che io, anni addietro, pur essendone ignaro, avevo riassunto e condensato nei 14 versi e nella nota esplicativa del sonetto: “LA GRANDE PASQUALINA”, pubblicato, all’epoca, dai giornali, e giudicato dalla diagnosta “la cosa più vera, più bella e più esatta, nella sua brevità, scritta su di lei e sulle sue straordinarie facoltà”. Mi sono incontrato con Pasqualina, per una cordialissima conversazione, giovedì 6 Settembre, dopo una ennesima, estenuante giornata di visite, in compagnia di mia moglie e dell’Avv. Gaetani, rispettivamente al registratore e al flash, e ci siamo lungamente trattenuti a parlare della sua ultracinquantenne attività, dall’inizio ai nostri giorni; ed è stata cosa veramente piacevole ed interessante ascoltare dalla sua viva voce le tante esperienze, i tanti casi difficili risoltisi nel migliore dei modi, grazie anche ai suoi suggerimenti oltre che alle sue diagnosi talora in contrasto con la medicina ufficiale, che poi ha finito per accettare e giovarsi quasi sistematicamente della diagnosta civitanovese, consultata spesso nei casi ritenuti difficili o di non facile intervento.
Si potrebbero riempire volumi, in tal senso, per non parlare di ricerchexp, effettuate in zone remotissime del pianeta, al tempo della guerra, sui campi di battaglia o di prigionia, perfino in fondo al mare, ad oltre 1000 m. di profondità, come nel caso del naufragio del battello a vapore “Ercole”, proveniente da Palermo, su cui viaggiava lo scrittore-soldato Ippolito Nievo, uno degli artefici del nostro Risorgimento, con casse di documenti, comprovanti le spese della impresa garibaldina dei Mille, inabissatosi, purtroppo, nel mare di Napoli il 4 Marzo 1861, dove Pasqualina, su richiesta del pronipote del patriota, anch’egli scrittore, si sarebbe ripetutamente “immersa”, riscontrando il relitto e talune salme, ma non quella del Nievo, forse trascinata altrove dalle correnti marine. Né in questo breve escursus intendo riportare ciò che di Pasqualina hanno scritto Massimo Inardi, Stanislao Nievo, Leo Talamonti, Caterina Kolosimo, R. Allegri ed altri ancora, nei libri o nella stampa periodica; ho solo voluto tratteggiare la figura umana di Pasqualina Pezzola, quale omaggio, dovuto e meritatissimo, di CRONACHE alla illustre diagnosta di Civitanova Marche, nella certezza di interpretare i sentimenti dei cittadini e delle autorità, nonché quelli di quanti hanno potuto giovarsi delle straordinarie facoltà diagnostiche e telediagnostiche di Pasqualina, la quale si rammarica solo di non poter fare di più, nel constatare, purtroppo, la vertiginosa crescita del “male del secolo” o meglio della nostra “civiltà”.
Articolo tratto dal periodico mensile “Cronache” settembre/ottobre 1990 n° 2/3 – Cooperativa 2020 Editore – Civitanova Marche.
LA GRANDE PASQUALINA (1)
(Alla Gentile Signora Pasqualina Pezzola)
La grande Pasqualina, “s’addormenta”
E sfiora l’ammalato, con la mano,
In ogni parte, scrupolosa, attenta,
“Radiografando” tutto, piano piano.
Talor «viaggia», quando si presenta
Un caso disperato, e va lontano…
Ed ospedali e cliniche frequenta,
Chiamata per consulti, non invano.
“Visitato” il paziente, si “ridesta”,
Scuotendosi in un brivido; a quel punto, –
Ora rassicurante ed ora mesta – (2)
Diagnostica, dettando qualche appunto,
Accennando un sorriso, oppur la testa
Muovendo all’indirizzo d’un congiunto.
Prof. Arturo Sardini
1) Pasqualina Pezzola, VEGGENTE-DIAGNOSTA, di Civitanova Marche, cadendo in una specie di “trance”, sfiora con la mano il corpo dei pazienti, riuscendo a vedervi quello che, talvolta, sfugge alle più moderne apparecchiature radiologiche. Spesso viene chiamata a consulto nei casi disperati, negli interventi di difficile esecuzione nonché al capezzale di illustri infermi. Ella, inoltre, nello stato di “trance”, riesce a compiere, senza muoversi, spostamenti di centinaia e migliaia di Km., per visitare, in ospedali o altrove, malati intrasportabili o di riguardo, con riscontri dettagliatissimi;
2) Secondo la gravità delle situazioni.