Potenza Picena – Lettera sul buongoverno
a cura di Saverio Caruso
Sono cittadino di Potenza Picena, da sempre legato alla città e al paesaggio armonioso che la circonda da ogni parte, alla sua gente cortese, creativa, operosa.
Un amico, che viene a trovarmi da altra regione, guardando le colline e l’ordinata geometria dei campi intorno, mi dice che gli sembra di trovarsi davanti ad un affresco di Ambrogio Lorenzetti, vissuto a Siena nel XIV secolo, intitolato “Allegoria del buon governo”.
Io sono un elettore di centro sinistra, ma prima di tutto un cittadino che crede nella maestà delle leggi e nella civiltà fondata sul diritto. Da questa fede non può tenersi lontana né un’appassionata cittadinanza né un’attenta e illuminata amministrazione: senza di essa il buon governo non esiste.
Se un gruppo di cittadini segnala all’amministrazione comunale e provinciale la presenza di uno o più abusi edilizi in un’opera appena cominciata e se l’impegno ad effettuare un controllo da parte degli uffici competenti viene eluso per mesi, nonostante i ripetuti contatti, le richieste, le segnalazioni accompagnate da materiali, la perizia giurata di un architetto e la presentazione di prove fotografiche, io dico che siamo di fronte a un fatto di malgoverno.
Se l’esito del controllo, a circa tre mesi dalla segnalazione dell’abuso, evidenzia la violazione di due norme importanti da parte di chi costruisce (questo dice la relazione della polizia municipale) e nessun ufficio interviene e tutto procede come prima, siamo di fronte a un cattivo governo.
Se un funzionario dell’amministrazione dice che chi ha cominciato a costruire ha comunque acquisito dei diritti, io comincio a pensare che qui non c’è la civiltà del diritto.
Se si avvia per lungo tempo, e mai finisce, un rimpallo di responsabilità tra la provincia e il comune, e tu non sai a che santo rivolgerti, mentre la costruzione prosegue con i suoi abusi incorporati, io dico che siamo in un contesto di cattivo governo.
Se tutti, Provincia e Comune, dicono che non possono farci niente, se tutti allontanano da sé l’onere, e l’onore, della responsabilità, io dico che siamo di fronte a quel peggior governo che è il non-governo.
Se, ancora, un funzionario del comune dice che comunque qui si costruisce senza essere vincolati dalle prescrizioni che un nulla osta concesso prevede e pone a condizione, io dico che forse qualcuno vive e, da dirigente pubblico, si comporta come se qui non vigessero le leggi dello stato.
Intanto i cittadini sono ignorati nei loro diritti: per le amministrazioni provinciale e comunale sono cittadini inesistenti.
Se un tecnico fa notare all’amministrazione l’incompletezza di progetti e disegni (mancano infatti atti obbligatori per legge) e si sente rispondere che qui a queste cose non si bada, tu pensi che siamo, in effetti, in quel paese di cui si parla nel libro “Il Gattopardo”, di Tomasi di Lampedusa: questo non è il paese delle leggi, ma degli “accomodamenti”.
A sei mesi dall’inoltro della segnalazione e a tre mesi dal rilievo da parte dei vigili delle violazioni di legge, i cittadini interessati non hanno ancora ricevuto, dalle autorità competenti, una risposta sul merito delle questioni sollevate.
Governare è sempre difficile e io sono grato a coloro che si assumono questo compito. Penso, però, che sia meno difficile, comunque preferibile, governare stando dalla parte delle leggi, dei diritti dei cittadini e degli interessi collettivi.
Governare con gli accomodamenti è possibile, ma non procura stima e onore.
Non smetterò di denunciare questa mediocre e non trasparente prassi di governo.
Intanto rivolgo la mia attenzione ad altro mistero, che è fatto di bellezza e faccio mie le parole di un grande poeta contemporaneo, Yves Bonnefoy che, guardando le nostre dolci colline e i suggestivi paesaggi dipinti dai pittori marchigiani del Quattrocento e Cinquecento, dice che noi viviamo nella bella regione delle Marche e precisamente “nella regione, misteriosa tra tutte, tra Ancona e Macerata”.
Saverio Caruso
Insegnante di lettere in pensione, scrittore e sociologo. Tra i suoi libri: “Cina, contraddizione e rivoluzione”, Bertani editore Verona, “Burocrazia e capitale in Italia”, Bertani, Verona, “Il medico della corporazione”, Feltrinelli, Milano, “Corporativismo e stabilità sociale”, Liguori, Napoli, “L’ospite luminoso: sulla compassione, Jaca Book, Milano.
Sono convinta anch’io che governare realtà in continua evoluzione non è cosa semplice; gli amministratori debbono sentirsi in dovere di dare risposte -pur nei limiti imposti dai bilanci e patti di stabilità, ma sempre nel pieno RISPETTO della legge- alle petizioni e segnalazioni provenienti da cittadini elettori e non. A Potenza Picena, purtroppo, non sempre si respira aria di trasparenza della gestione pubblica.