La famiglia Mancini (Mancinforte) e la committenza della tela di Palma il Giovane a Potenza Picena (1595)
Ospitiamo volentieri questo lavoro di ricerca storica del dott. Roberto Domenichini, responsabile dell’Archivio Storico Comunale di Potenza Picena e funzionario dell’Archivio di Stato di Ancona, sulla famiglia Mancini (Mancinforte) quali committenti di una delle più importanti opere d’arte presenti sul nostro territorio, articolo apparso nel mese di dicembre 2011 sul numero speciale della rivista “Historia Nostra” dedicato a Floriano Grimaldi, già archivista della Santa Casa di Loreto.
Si tratta della “Crocifissione” di Palma il Giovane (Jacopo Negretti- Venezia- 1544-1628) conservata nell’altare dedicato al SS.mo Crocifisso nella Chiesa di S. Antonio da Padova del convento dei Frati Minori di Potenza Picena.
Roberto Domenichini chiarisce alcuni aspetti controversi legati a questa opera d’arte, attenendosi ai documenti d’archivio e alle notizie storiche.
Inoltre ci fa conoscere la famiglia Mancini (Mancinforte) di Monte Santo, una delle più importanti della nostra comunità.
Il primo aspetto che Roberto approfondisce è quello di tale famiglia, quale committente della tela di Palma il Giovane, ed in particolare il cavalier Giovanni Mancini, alla metà del Sec. XVI uno degli uomini più in vista di Monte Santo che è stato sepolto proprio nella cappella della Chiesa di S. Antonio da Padova, dove in seguito verrà collocata la tela.
Egli svolse un ruolo importante per scongiurare il tentativo di infeduazione di Monte Santo, provvedimento inizialmente disposto dalla Santa Sede nel 1562 a favore di Francesco d’Este di Ferrara. Il cav. Giovanni, con suo testamento (settembre 1584) dispose di “far fabbricare” nella chiesa una nuova cappella con un “dipinto degno di ammirazione”; uno dei suoi figli, Marcantonio Mancini, darà attuazione a tali volontà (1594), commissionando la tela a Palma il Giovane.
In secondo luogo Domenichini indica la data di esecuzione dell’opera. In passato gli studiosi di storia dell’arte avevano unanimamente accolto quella del 1599. Partendo da quanto scritto dai visitatori (in particolare Francescani) dell’Ottocento e dallo storico santese Carlo Cenerelli Campana nella sua nota “Istoria” del 1852, nella quale l’autore riferisce di aver consultato presso l’archivio privato della famiglia Mancinforte il documento del pagamento della tela a Palma il Giovane datato 1595, Roberto ritiene che questa sia la data di realizzazione del dipinto.
Infatti esiste un’altro documento d’archivio, datato 1595, che attesta l’avvenuta costruzione della cappella dove è collocata l’opera d’arte. L’ultimo particolare che Roberto cerca di chiarire sono i Santi che compaiono attorno alla Croce. Nel passato storici e studiosi avevano indicato insieme alla Vergine Madre, Maria di Magdala, S. Giovanni Evangelista anche S. Antonio da Padova, a cui la chiesa è dedicata, mentre gli studiosi dell’Ottocento, tra cui il Cenerelli Campana, indicavano S. Nicola da Tolentino.
Sulla base iconografica, secondo Domenichini, il santo raffigurato non è S. Antonio da Padova, bensì S. Nicola da Tolentino. Questo perché il committente, la famiglia Mancini, voleva rendere omaggio a Nicola Antonelli, un loro antenato che aveva lasciato tutti i suoi beni alla famiglia Mancini e che era stato il marito di Vanna di Forte (Mancini), il cui nome compare quale committente della tavola di Bernardino di Mariotto del 1506 (Madonna col Bambino, tra i Santi Francesco e Antonio da Padova), che era conservata all’interno della medesima Chiesa dei Frati Minori, oggi esposta nell’ex Chiesa di S. Agostino (Auditorium “F. Scarfiotti”). I Mancini, poi Mancinforte, che vantano anche alcuni Vescovi, tra i quali Nicola Mancinforte Vescovo di Senigallia poi di Ancona, erano una delle famiglie nobili più importanti di Monte Santo. A loro era dedicata la via (oggi Mugellini), che collega il piazzale S.to Stefano alla piazza principale (Matteotti), lungo la quale si può ammirare il bel palazzo della loro famiglia (oggi palazzo Cori).
I Mancini sono stati anche aggregati alla nobiltà recanatese (il palazzo Bello di Recanati è stato, sia pur per breve periodo, la loro residenza di campagna), poi, attorno al 1710, si sono trasferiti in Ancona e sono stati aggregati alla nobiltà della città dorica.
I Mancini-Mancinforte vengono ricordati a Monte Santo per alcune iniziative nel campo assistenziale, come il lascito annuale di Giulio Mancini di un sussidio a favore dei poveri da consegnare il sabato avanti la Pasqua ed il lascito di Giovanni Mancinforte di 50 rubbie di grano con il quale viene istituito il Monte Frumentario della Confraternita di S. Sisto (o della “Morte ed Orazione”).
Il dipinto del Palma possiamo dunque valutarlo come uno dei più belli presenti a Potenza Picena, che lo studio di Roberto Domenichini ci consente di conoscere meglio, insieme al suo committente: la famiglia Mancini di Monte Santo, che ha aggiunto il cognome Forte (in ricordo del padre di Vanna) attorno alla metà del Seicento. Alla storia di questa famiglia sta lavorando da anni il dott. Enrico Formiconi, del centro studi storici maceratesi.
Documenti allegati:
- La famiglia Mancini committente del quadro di Palma il Giovane di Roberto Domenichini.
- Curriculum Roberto Domenichini
Questo è un saggio di tutto rispetto, che fa onore al dottor Domenichini, di cui tutti peraltro appezziamo la competenza e lo scrupolo nella ricerca.
Complimenti!