NICOLA BOVARI, L’azzurro del Porto – Alla Corte dell’Inter di Herrera e poi in giro per l’Italia, nazionale juniores e serie A con il Bari di Maestrelli
a cura di Luca Patrassi
POTENZA PICENA – L’ anno di grazia e di nascita è il 1945 per Nicola Bovari, al Porto. Inizia a giocare al calcio, anche lui come tanti altri campioni in erba di quel periodo, all’oratorio di Porto Potenza e nel ’59 passa alla Sangiorgese .
Debutta appena il regolamento lo consente, a 16 anni, sempre con la Sangiorgese a Fano ed arriva una sconfitta atomica, sei reti a zero. In quella squadra c’erano altri maceratesi, nel particolare Macellari e Bruno.
Sconfitta buona per Bovari non evidentemente per il risultato ma per gli esiti tecnici: Bovari viene infatti adocchiato dal selezionatore della nazionale juniores Galluzzi che lo convoca subito con il clan azzurro.
Nel ’62 provino all’Inter: complimenti di Helenio Herrera ed acquisto firmato Moratti.
Inizia con la squadra De Martino, con lui giocano Mazzola, Bedin, Boninsegna e Landini. Vince il campionato De Martino, liquidato in finale il Bologna. Partecipa al torneo di Viareggio e lo vince. Arriva la nazionale juniores, prima partita nel ’62 e per un paio di anni veste l’azzurro giovanile. Bovari ricorda una partita in particolare nel 1963 a Siviglia: “c’erano 65 mila spettatori, ancora sento i brividi”, in squadra c’era un tal Gigi Riva che già si faceva rispettare.
Preparazione con l’Inter e a novembre viene ceduto in comproprietà al Bari in A: allenatore Maestrelli, dieci partite ma arriva la retrocessione.
L’anno successivo resta in B con il Bari e nel capoluogo pugliese resta per altri quattro anni. Parentesi nel ’66, va a fare il militare e gioca con la Maceratese di Tony Giammarinaro: è 1’anno della mancata promozione a vantaggio del Perugia. Torna a Bari ma con Toneatto non c’è feeling e passa in C alla Samb alla guida di Eliani. Resta alla Samb con allenatore Faccenda, i rossoblu arrivano secondi e vince il campionato il Genoa. Ancora un anno da secondi e stavolta vince l’Ascoli. Resta alla Samb e le partite che ricorda sono i derby con l’Ascoli: al mediano Bovari tocca marcare Gola. Ultimo anno rossoblu nel ’72 con Persico in panchina. Passa all’Ancona, una sola stagione ed arriva il Rimini nel ’73: un altro secondo posto e stavolta il campionato lo vince la Samb. Il due è un numero da incubo per Bovari: nel ’74 approda a Benevento ed anche stavolta è un secondo posto, in B approda il Lecce. Resta un altro anno a Benevento e va a chiudere la carriera da giocatore a Tolentino. Farà poi l’allenatore a Porto Potenza, Potenza Picena, Porto Sant’Elpidio, Vis Macerata.
L’ex mediano, di grande tecnica, Nicola Bovari vive a Porto Potenza e lavora al Santo Stefano: il fisico è ancora quello di una volta e i ricordi rimandano a una grande carriera, quella appena descritta. Un calcio visto dal campo principale e non dalle tribune che in effetti è un po’ più vissuto, più diretto.
Articolo tratto dal Corriere Adriatico del 6/6/2008. Si ringrazia per la collaborazione Andrea Bovari