80 anni fa la prima Festa dell’Uva a Potenza Picena
Nel 1930, anno VIII E.F., su disposizione del Capo del Governo, Sua Ecc.za Benito Mussolini, il Ministero dell’Agricoltura istituiva la Festa dell’Uva, per incrementare tra la popolazione italiana il consumo di questo importante frutto della nostra terra, “di cui sono note le benefiche qualità nutritive e dietetiche”.
Anche a Potenza Picena, come nel resto di tutte le altre città italiane, il 28 Settembre 1930 si è svolta la 1° edizione della Festa Nazionale dell’Uva, proseguita poi con la Festa del Grappolo d’Oro, istituita nel 1955, di cui quest’anno si è festeggiata la 50° edizione.
La Festa dell’Uva è proseguita dal 1930 al 1940, per II edizioni consecutive, poi l’interruzione per la partecipazione dell’Italia alla Seconda Guerra Mondiale. Pertanto sommando le 11 edizioni della Festa dell’Uva con le 50 del Grappolo d’Oro, noi avremmo complessivamente a Potenza Picena 61 edizioni della Festa dedicata all’uva. Le Feste dell’Uva del periodo fascista erano molto diverse dalle attuali Feste del Grappolo d’Oro.
Comunque c’era un comitato organizzatore istituzionale, composto dal Podestà, dal segretario politico del partito fascista, dai rappresentanti delle organizzazioni fasciste, da quella femminile, giovanile, del dopolavoro, dei Balilla, ai rappresentanti delle organizzazioni corporative professionali agricole, degli artigiani, dei commercianti, nonché i parroci di S. Stefano, S. Giacomo, S. Girio, (don Marone Cesanelli, don Gustavo Spalvieri, don Enrico Acciarri). Era sempre assente il parroco di S. Anna del Porto, don Silvio Spinaci. Il comitato della prima Festa dell’Uva del 1930 era cosi composto: Mariano Bitocchi, Cesare Bompadre, Filippo Pistilli, Domenica Maggini in Lanari, Azzolino Clementoni, Michele Angelastri, Renato De Angelis, Alessandro Clementoni, Dott. Gino Valentini, Decio Pascucci, don Gustavo Spalvieri, don Enrico Acciarri. Due importanti cittadini di Potenza Picena comunque risultano tra i componenti sia del comitato organizzatore della prima Festa dell’Uva del 1930 e di quella del Grappolo d’Oro del 1955. Si tratta del maestro elementare Azzolino Clementoni (Potenza Picena 18/10/189I – Porto Potenza Picena 22/9/1971) e della sig.ra Domenica Maggini in Lanari, detta sora Mema, casalinga (Potenza Picena 6/4/1888 – 2/9/1969).
Il primo rappresentava nel 1930 il dopo lavoro (OND), poi i Balilla (0NB) successivamente è stato Commissario Prefettizio e Podestà del Comune (dopo il 30 Giugno del 1944 ha fatto parte per un breve periodo del CLN provvisorio e componente la Giunta Comunale, in rappresentanza della Democrazia Cristiana e della “classe impiegatizia”). La seconda, Domenica Maggini in Lanari, rappresentava, nel 1930 il Fascio Femminile di Potenza Picena, e si doveva occupare della parte folcloristica della Festa, organizzando il gruppo del saltarello con canti e costumi tradizionali santesi. Si ricordano tra le ragazze che ballavano molto bene il saltarello marchigiano Palmina Baldoncini e Nella Cipolletti, madre e figlia, dette le “ciolene”. Inoltre erano molto bravi a suonare la fisarmonica nel gruppo folcloristico Romeo Renzi e Dante Percossi.
I carri vendemmiali trainati da buoi (5 in totale), i tradizionali birocci santesi, che da noi venivano costruiti e disegnati dai facocchi locali (i birocciai), i fratelli Mancini (Catillo) Armando, Alfonso e Ismaele, da Antonio Carestia (Nini de Mimo) e dal figlio Igino e da Chiatti Giovanni e dal figlio Girio, debitamente “aggiogati” (abbelliti), venivano preparati dai più importanti proprietari terrieri locali e produttori di uva e vino, Casalis-Douhet, Ada Antonelli in Buonaccorsi, Mario Buonaccorsi, Giuseppina Matteucci in Buonaccorsi, avv. Paolo Scarfiotti. I primi due carri si dovevano trovare nel piazzale della Stazione di Porto Potenza Picena, gli altri tre nel Piazzale di S. Francesco del Capoluogo. Gli agricoltori, grandi e piccoli proprietari, fornivano gratuitamente al comitato organizzatore un certo quantitativo di uva, che veniva venduto durante la Festa ad un prezzo “politico”, più basso di quello commerciale. La Festa dell’Uva si svolgeva in un‘unica giornata, quella della Domenica, programmata sempre a carattere nazionale, e l’uva veniva distribuita e venduta in caratteristici cesti di vimini o in sacchettini di carta. Ogni anno il logo della festa a livello nazionale cambiava e veniva disegnato da un artista diverso. Il ricavato della Festa, dovuto dalla vendita dell’uva ai cittadini, tolte le spese vive, veniva devoluto in beneficenza, in particolare assegnandolo all’ONMI (Opera Nazionale Maternità ed Infanzia).
Le Feste dell’Uva che si svolgevano nel periodo prima dell’inizio della partecipazione dell’Italia alla seconda guerra mondiale erano delle sagre paesane, in cui la tradizione locale agricola, con i suoi costumi, i suoi canti e balli (il saltarello), i carri trainati da animali (i birocci) debitamente “aggiogati” (abbelliti) a festa, costituiva il perno centrale di tutta la Festa, che esaltava in questo modo il mondo contadino ed una delle sue produzioni più importanti, appunto l’uva. Il suo prodotto, il vino, non era mai al centro dell’interesse della manifestazione, come avviene oggi con la Festa del Grappolo d’Oro, anche se già all’epoca veniva imbottigliato e commercializzato da importanti case vinicole locali, come la Douhet-Casalis di Monte Coriolano (la cui fondazione risale al 1880 non al 1899 come oggi si afferma), I “Vini Colli del Potenza S.p.A.”, fattorie riunite di Castel S. Filippo (Villa Buonaccorsi), che produceva anche la famosa Grappa Montesanto e i tanti piccoli produttori, come gli Scarfiotti, i Buonaccorsi, i Matteucci, i Lucangeli, i Volpini e il prof. Alessandro Baldoni.
Preg.mo Dott. Onofri,
Vorrei complimentarmi per la ricchezza dei particolari, la bellissima storia locale, la precisione dei dati e la descrizione degli eventi
Sono Decio Pascucci e quel Decio di cui si parla, facente parte del comitato, era mio nonno e mia nonna era Matteucci Clarice, un’insegnante, sicuramente parente della signora ritratta in una bellissima fotodell’epoca.
E’ stato molto emozionante leggere il nome dei miei avi in una storia che purtroppo io non conosco benissimo.
Se vi sono altre notizie,gliene sarei davvero grato se potesse indicarmi dove cercare.
Aspetto fiducioso
con tanta stima
Decio Pascucci
Grazie per il suo intervento.
Tutte le notizie che noi pubblichiamo sul blog sono tratte dai documenti dell’archivio storico comunale.
Lei potrebbe venire a consultarlo (si trova nello stesso stabile che ospita la biblioteca comunale “Carlo Cenerelli Campana” in via Trento, 3) e sicuramente troverà ulteriori notizie che riguardano la sua famiglia.
Saluti e continui a seguire il nostro lavoro.