Il Polittico di Paolo Bontulli da Percanestro a Potenza Picena
di Mauro Mazziero
Giacomo Maggiore a Potenza Picena (oggi purtroppo chiusa perché dichiarata inagibile) è conservato uno dei più bei dipinti di un singolare artista marchigiano: Paolo Bontulli da Percanestro, pittore attivo nella prima metà del secolo XVI.
La fondazione di questa chiesa risale agli ultimi decenni del Trecento e le sue vicende storiche, compresa anche la committenza del dipinto sopra citato, sono strettamente legate all’attività della Confraternita denominata “Corpus Christi”, detta anche di S. Giacomo.
Il rosone, in pietra arenaria, ancora oggi visibile sulla facciata, sembra risalire proprio alla fine del secolo XIV.
Uno dei primi documenti conosciuti è datato 13 novembre 1430; si tratta di un privilegio con il quale la curia vescovile di Fermo autorizza Ludovico di Tommaso, priore della Confraternita di S. Maria Maddalena di Monte Santo, a costruire un “ospedale” intitolato a S. Giacomo. La chiesa formerà un unico complesso con l’ospedale.
Una recente indagine storica ha portato alla luce un nuovo documento, presso l’archivio notarile di Ancona, datato 19 dicembre 1435. L’atto, che concerne la chiesa di S. Giacomo, fu redatto presso l’aula dell’Episcopato, alla presenza di Antonio Fuscarelli, priore della chiesa di S. Maria “a Pie’ di Potenza”. In esso la “Fraternitas S. Jacobi” viene citata autonomamente e non più in relazione con quella di S. Maria Maddalena.
Il prestigio raggiunto dalla Confraternita di S. Giacomo porterà, nel 1502 (o nel 1507 – secondo altri studiosi-), alcuni suoi delegati a commissionare al pittore Paolo Bontulli la pala per l’altare maggiore. In essa dovranno essere raffigurati la Vergine in trono col Bambino, S. Giacomo Maggiore, titolare della chiesa, e S. Rocco a protezione dalla peste, con riferimento all’ospedale. Il 3 ottobre 1643, a riprova dell’importanza acquisita nel tempo dalla Confraternita, Ottavio Marefoschi, membro della stessa e “capitano dei soldati a piedi di Nostro Signore”, nel suo testamento fa un lascito in favore del pio sodalizio.
Nei secoli successivi l’ospedale perde il suo scopo iniziale, tanto che nel 1765 viene chiuso. La chiesa, totalmente ristrutturata alla fine dell’Ottocento e con la facciata parzialmente ridisegnata dall’architetto Eusebio Petetti nel 1943, conserva ancora il suo aspetto medievale.
Ancora oggi è attiva la Confraternita di S. Giacomo che, con i suoi cinquanta aderenti, prosegue nel tempo la sua opera nella comunità di Potenza Picena. Rimangono dell’antica chiesa il rosone trecentesco ed il trittico di Paolo Bontulli.
Su questo artista, che nel suo tempo dovette avere un discreto successo, considerato il buon numero di opere a noi giunte, non sono stati ancora reperiti documenti che ne accertino i natali e la vita. Il comune di Serravalle del Chienti che, attualmente, comprende la vasta zona di Percanestro, possiede un archivio troppo recente, né ci sono di aiuto gli storici del passato che lo hanno quasi ignorato. I suoi spostamenti, dedotti dalle opere firmate, sono limitati all’antico ducato di Camerino, tranne per un viaggio a Spoleto, così come i suoi riferimenti stilistici. Inevitabile quindi che i suoi principali modelli siano stati Carlo e Vittore Crivelli. Proprio ad essi fa riferimento il trittico di Potenza Picena, prima sua opera certa. Vi sono raffigurati, come abbiamo detto, la Madonna in trono col Bambino, incoronata da cinque angeli, alla sua destra S. Giacomo Maggiore, alla sua sinistra S. Rocco. Di notevole interesse è la predella, intatta ed in buone condizioni, nella quale troviamo l’Annunciazione divisa nei due pilastrini laterali che contiene, anche simbolicamente, i dodici Apostoli ed il Cristo benedicente al centro. Ai piedi della Madonna si trova un vaso panciuto e dalla bocca stretta da cui esce un ramoscello di fiori bianchi. Le tinte usate sono calde e semplici: un rosso vermiglio, che nella veste di S. Giacomo si fa meno acceso e rosato; i bianchi del trono marmoreo, raffigurato in prospettiva, e delle piccole mattonelle, che sul pavimento si alternano alle rosse; il verde cupo dei festoni di foglie e frutti, che si trovano sullo sfondo; il dorato, che ricopre il fondo in contrappunto con lo scuro degli altri colori; il blu della tunica di S. Giacomo.
Questa armonia di luce e di ombra trova il suo culmine nel manto della Vergine, dove l’oro riccamente punzonato si accosta al nero della decorazione damascata, come nella migliore tradizione dei Crivelli. L’immagine nel suo complesso, che non poteva certo essere apprezzata da critici cresciuti nell’ambito di un gusto classico, rivela oggi, ad un esame più aperto, tutta la sua ricchezza di elementi, esemplari della cultura marchigiana di quel tempo, sia nel gusto raffinato ed aristocratico delle figure come anche nel loro porsi in maniera serena e comunicativa in relazione con il popolo dei credenti. In questa particolare fusione di componenti colte e popolari, di sacro e di quotidiano, Paolo Bontulli ha certamente realizzato questo lavoro, con l’intento di fornire un dipinto adeguatamente fastoso alla nobile committenza della Confraternita di S. Giacomo e, allo stesso tempo, eloquente ed espressivo per il culto del popolo.
Infine ci auguriamo veramente che la chiesa di S. Giacomo Maggiore di Potenza Picena possa essere restaurata al più presto e che in essa, finalmente fuori pericolo, ciascuno possa direttamente ammirare questo pregevole dipinto, uno dei frutti più puri della nostra tradizione marchigiana.
Fonti archivistiche:
Archiv. Stor. Diocesano Fermo, Inventari, b. 35.
J. A. Vogel, Annali di Monte Santo, ms. in Bibl. Benedettucci, Recanati, n. 5 C III. 5.
A. S. Ancona, a. not. AN, n. 114 not. T. Marchetti, a. 1435.
Fonti bibliografiche:
R. Gentili, Paolo Bontulli da Percanestro, tesi di Laurea – Università degli Studi di Macerata, a. a. 1974 – 75, relat. Prof. F. Barbieri.
R. Domenichini, D. Corona, M. Campetella, Monte Santo. Itinerari storico-artistici del Comune di Potenza Picena, Pollenza 1998.
Notizie tratte da “Potentia” – Anno III n. 9 estate 2002, del Centro Studi Portorecanatesi