Scarpata della Circonvallazione nord ricompaiono antichi resti – alcuni forse della bottega di Fra’ Ambrogio della Robbia
Durante i lavori di sistemazione della scarpata della Circonvallazione Nord di Potenza Picena, in prossimità dei resti delle antiche mura castellane medievali e vicino alla quarta Porta di accesso al Centro Storico, chiamata Porta della Cava o del Cunicolo, sono stati recentemente trovati reperti, tutti collocati in un unico sito.
Alcuni di questi per le loro caratteristiche di qualità e antichità sono riconducibili ad una fornace di cottura di terracotta che esisteva in questa zona, visto che ci troviamo anche in prossimità della materia prima, cioè l’argilla, in questa zona di ottima qualità (fino a pochi anni fa c’era anche la Fonte della Cava, per indicare che si trovava in un luogo dove si estraeva l’argilla).
Tutti inoltre sono a conoscenza che tra l’Ottocento e gli inizi del Novecento in questa zona abitavano ed operavano dei vasai, chiamati popolarmente “Coccioni”, forse per il tipo di lavoro che svolgevano (il loro cognome era però Galeazzi, Lorenzo oltre che Domenico ed i suoi figli Carlo e Luigi).
Pochi sanno invece che negli anni Venti del Cinquecento a Monte Santo ha abitato e lavorato per diversi anni un grande artista plasticatore fiorentino, famoso per le sue maioliche e sculture, fra’ Ambrogio della Robbia (al secolo Francesco), nato il 23/7/1477 e morto presumibilmente nell’estate del 1528 nella nostra città, figlio di Andrea e fratello dei più famosi Luca e Mattia (risulta dai documenti d’archivio che aveva acquistato nel 1524 una casa nel quartiere di S. Giovanni e che svolgeva il compito di Cappellano della Pieve di S. Stefano, allora situata nella Piazza centrale del Paese).
Nella nostra città comunque ha lasciato dei lavori che possono essere attribuiti alla sua opera, ed in particolare, la “Maddalena”, busto in terracotta che si conservava fino al 13 gennaio 1997 nella Sala del Consiglio Comunale nel Palazzo Municipale, poi rubata nella notte e non più ritrovata (proveniva dalla Chiesa di S. Agostino, appunto dedicata alla Maria Maddalena), e una Pietà in terracotta invetriata che si conservava nel Palazzo Mazzagalli (Pierandrei) oggi dispersa, ma presente almeno fino al 1904, quando l’ha potuta visionare lo storico marchigiano Anselmo Anselmi, che ha condotto approfondite ricerche sui Della Robbia nelle Marche.
Inoltre ne 1905 il Prof. Umberto Boccabianca ha intitolato ad Ambrogio della Robbia la locale Scuola d’Arte Applicata all’Industria.
Insieme a questo materiale, probabilmente riconducibile all’officina di fra’ Ambrogio della Robbia, sono stati trovati altri significativi reperti, come particolari coperture, manici, fondi di vasi, parti di terrecotte smaltate e decorate e vetri.
Il ritrovamento è stato segnalato sia alla Soprintendenza Archeologica di Ancona che all’Ufficio Tecnico Comunale di Potenza Picena.
Ancora una volta la scarpata della Circonvallazione Nord di Potenza Picena, dopo le antiche mura castellane medievali (purtroppo ricoperte), ci riserva una gradita sorpresa, che sicuramente arricchirà la storia della nostra comunità.
Arte e storia
Copia della rivista “Arte e Storia” di Firenze del 31-12-1904 che riporta l’articolo dello storico marchigiano Anselmo Anselmi sul ritrovamento dei documenti che attestano la presenza di Fra Ambrogio della Robbia a Monte Santo negli anni Venti del Cinquecento.
“Vi sono varie officine di creta cotta per l’uso interno, e di altre Comuni: e si costruiscono conci per l’estrazione dell’olio, a servizio eziandio di altre popolazioni, che qui ne commettono la costruzione.”
Tratto dalla “Storia di Potenza Picena”
Ringrazio Luca Carestia per la citazione riportata, tratta dal Libro di Carlo Cenerelli Campana del 1852, sulla storia di Monte Santo.
Anche nel 1852 la presenza di varie officine di creta cotta era documentata, e queste realtà produttive erano molto importanti.
La tradizione dei vasai o figuli quindi a Monte Santo è molto antica. Lo storico marchigiano Anselmo Anselmi nell’articolo riportato sulla rivista “Arte e Storia” di Firenze del 31/12/1904, parlando del soggiorno a Monte Santo di Fra’ Ambrogio della Robbia “pare che si sia occupato di lavori anche di minore importanza, aiutando a dipingere ed invetriare vasellame che, per un’arte tradizionale in paese si produceva e si produce anche oggi. Infatti nella prima metà del Cinquecento, molti erano i figuli o vasari che quivi abitavano.
Nel 1516, nel quartiere di S. Paolo, era la casa di un Maestro Stefano Di Giovanni, figulo; nel quartiere di S. Giovanni, abitavano vasari da Pesaro ed un Maestro Biagio, figulo, e nel quartiere di S. Angelo un Sabato, vasaio ebreo. Ad alcuni di questi il Comune concesse qualche privilegio e, nel 1548, ai 3 di aprile, ai maestri figulinari Domenico e Battista Belloni, si concedeva la licenza “faciendi molendinellum pro coloribus molendis prope Potentiam”.
E si ricorda ancora la località, presso il fiume Potenza, ove sorgeva la piccola officina e presso il paese, poco sotto il Pincetto, o pubblico passeggio, da dove godesi uno splendido panorama di tutta quasi la ubertosissima vallata del Potenza, collo sfondo del mare Adriatico e del Monte di Ancona, è ancora un vecchio casale con la fornace per la vaseria, condotta da una certa famiglia Galeazzi, che di padre in figlio ha esercitato quest’arte e che, nel paese, è volgarmente chiamata, dai cocci che ha sempre prodotto, col soprannome di Coccioni”.
Inoltre da un’indagine avviata dalla Camera di Commercio ed Arti di Macerata nel 1861 e pubblicata nel 1864, risultava che a Monte Santo erano presenti due fabbriche di stoviglie e terraglie e sei fabbriche di mattoni.
Tutto questo a dimostrazione che la tradizione dei vasai o figuli a Monte Santo è molto antica, probabilmente anche per la grande quantità di argilla presente in molte zone del paese, oltre che per l’ottima qualità della stessa materia prima.