Il Giardino Marefoschi
Il Giardino Marefoschi è situato a breve distanza dal centro storico di Potenza Picena (MC), a sud dellla Porta di Galazzano. Una lunga cortina muraria ricoperta da edera ed un piccolo edificio in mattoni è quello che resta di una dimora settecentesca appartenuta alla famiglia Compagnoni Marefoschi.
Purtroppo, non si conosce quasi nulla di questo magico luogo, abbandonato da molto tempo; perfino l’attuale proprietario e gli eredi della famiglia Marefoschi ignorano le vicende che hanno segnato la nascita e l’esistenza passata del giardino. Possiamo tracciare un profilo storico solo da documenti ritrovati nell’archivio privato Maresfoschi e dai manufatti ancora esistenti, visto che l’argomento è del tutto sconosciuto e inedito.
Sin dalle lontane origini, il luogo era famoso per il Giardino giacché, nei documenti non compare mai il termine di Villa. Dalle mappe del 1765, del catasto rustico Federici dell’Archivio Comunale di Potenza Picena, è nominato come “Contrada Galazzano ossia del Giardino”. Il toponimo Galazzano è anche il nome dell’antica fonte pubblica posta nelle immediate vicinanze che, come riportato dai documenti, era di servitù dell’acqua per il giardino.
Incerta è anche la data di costruzione; questa è compresa nell’arco di tempo che va dal 1644 anno in cui nel catasto è descritto che “Camillo Senior Marefoschi possiede terra alberata in C.da della Fonte di Galazzano” e il 1745 anno in cui il giardino è citato nell’inventario dei beni appartenenti agli eredi Mons. Mario, Cav. Giuseppe e Camillo Marefoschi.
Questo è il primo documento ritrovato che testimonia dell’esistenza del giardino ed è importante perché descrive in modo dettagliato l’intero complesso:
“Una cortina vicina alla Fonte di Galazzano di capacità di some 2 circa, con casa per il colono, e giardino d’aranci con stanze 2 da riporre vasi d’agrumi e fiori, e con palombarino, arativa con mori, alberata, una vignola e orto di erbaggi quali si tiene in affitto dal colono con la spesa di scudi 2 l’anno…”
È interessante sottolineare la presenza del palombarino, una tipologia edilizia che è presente in tutta la regione anche se oggi, ne restano pochi esempi ancora intatti.
La palombara ha costituito nel Medioevo il primo insediamento abitativo nelle campagne; si è poi adeguata alle politiche agrarie ed è diventata la costruzione riservata all’allevamento dei colombi torraioli. Nel ‘700, quando il concime non era più fornito dai colombi ma da animali più grandi come bovini, le palombare persero il loro ruolo, anche se, nel territorio di Monte Santo nel 1865 ne esistevano ancora venti e per lo più, erano di proprietà nobiliare.
Affiancata alla torre c’era la residenza del colono di più recente costruzione. Il palombarino, cui fa riferimento il documento citato, doveva essere la stanza posta sopra l’apertura ad arco, che rappresentava l’ingresso all’edificio, caratterizzata dalle finestre di dimensioni ridotte rispetto alle altre. La porta a destra dell’arco, secondo il mio parere, non esisteva, fu realizzata più tardi, in seguito alla costruzione del Caffeaus.
L’ingresso, che immetteva alle stanze utilizzate per riporre in inverno i vasi di agrumi, è posto in posizione centrale rispetto alle aperture.
L’abitazione principale della famiglia Marefoschi era “Palazzo Grande” situato nella Piazza principale del Comune, mentre il giardino, rappresentava la tipica residenza di campagna, dove trascorrere pomeriggi all’aperto e controllare l’attività agricola.
Dal 1775 circa, il patrimonio Marefoschi è ereditato da Camillo Compagnoni Maresfoschi, il quale si occupa della gestione del giardino ed è probabile che sia lui a far costruire il Caffeaus.
Dal registro di entrata ed esito risultano una serie di spese occorse per il suddetto giardino, ed in particolare dei piombi, cioè le condutture idriche in piombo per le fontane ed i giochi d’acqua.
Camillo muore nel 1810, lasciando l’eredità ai figli Giovanni Francesco, Nunzio Apostolico e Alessandro, Cavaliere. Dal 1778 al 1850 circa, il giardino conobbe il periodo di massimo splendore.
Il Cenerelli Campana nel 1852 lo descrive come: “giardino di agrumi e di fiori, con scherzi di acque, e con vasche, contenenti pesci di bellissimi colori”. Il declino del giardino è dovuto probabilmente all’acquisizione di nuove proprietà: il 10 Maggio 1813, Mons. Giovanni Francesco Compagnoni Marefoschi acquista Palazzo Rosso sito in C.da Marina.
Un complesso architettonico composto di un’antica casa-fortilizia, rafforzata agli angoli da quattro baluardini con chiesetta e giardino. In seguito all’intervento di ristrutturazione dell’architetto recanatese Giuseppe Brandoni (1855), l’edificio acquista l’aspetto di villa di campagna rustica, divenendo la dimora estiva e di rappresentanza della famiglia Marefoschi, segnando così, il lento abbandono del giardino.
Quest’ultimo restò di proprietà dei Marefoschi fino al settembre 1883, anno in cui, Francesco Pastocchi, acquista, per la somma di 560 scudi, l’intero complesso dall’ultima erede-proprietaria Adele Marefoschi. Attualmente, il “giardino” che si trova in uno stato di completo degrado è inserito nella proprietà agricola della famiglia Morganti di Potenza Picena.
Buongiorno,
è con commozione che riscopro, quasi per caso, parte della storia della mia famiglia. Sono una dei nipoti di Guarniero Fioretti, figlio di Volumnia Compagnoni Marefoschi in Fioretti.
Mia madre Laura, purtroppo deceduta qualche anno fa, mi raccontò lungamente di Palazzo Rosso e delle vacanze estive passate là con la mamma e i fratelli, ospiti presso le anziane zie. Mi raccontava dei salotti arredati a tema e di molte storie legate alla sua permanenza in quei luoghi fuori dal tempo. Ero bambina quando, durante un viaggio, mi portarono a vedere la residenza di campagna della famiglia Compagnoni Marefoschi. Sbirciammo dal cancello senza entrare e il mio ricordo finisce lì.
Credo che porterò la mia famiglia a visitare quei luoghi in una sorta di viaggio a ritroso nel tempo…
Grazie per avermi dato l’opportunità di un commento.
dr. geol. Silvia Lona
E’ un piacere conoscere i discendenti di importanti famiglie di Monte Santo, come sono state i Compagnoni Marefoschi ed anche i Fioretti.
Quando si parla, in particolare dei Compagnoni Marefoschi, questa famiglia e parte integrante della stessa storia del nostro paese.
Il libro sulla storia di Monte Santo, scritto da Carlo Cenerelli Campana e stampato nel 1852, è dedicato alla Contessa Ippolita Compagnoni Marefoschi Marchesa Bruti Liberati, figlia del Conte Alessandro.
La nostra Pieve di S. Stefano è stata elevata ad insigne Collegiata da Benedetto XIV nel 1754, grazie all’interessamento del Cardinale Mario Marefoschi.
Nel 1816, sempre nella Collegiata di S. Stefano, è stato consacrato vescovo Giovan Battista Compagnoni Marefoschi.
Per quanto riguarda inoltre il giardino Marefoschi, oggi di proprietà della famiglia Morganti di Potenza Picena, è stato oggetto di un interessante tesi di laurea della Dott.ssa Elisabetta Menghini di Potenza Picena, presso la Facoltà di Architettura dell’Universita degli Studi Federico II di Napoli.
Inoltre l’archivio della Famiglia Marefoschi presso il Palazzo Rosso, uno dei più importanti archivi privati della nostra regione, è in corso di riordino da parte di un esperto, l’archivista di Potenza Picena, il Dott. Roberto Domenichini.
Per noi sarebbe un onore conoscere Lei e la sua famiglia, in quanto vi consideriamo parte integrante della nostra comunità.
Grazie e continui a seguirci.
Caro Paolo, come vedi il tuo blog vive, le tue notizie così pazientemente e con amore cercate negli archivi arrivano dove devono arrivare e ravvivano esperienze, ricordi, desiderio di tornare a Potenza Picena in molti che ci hanno vissuto, o che hanno ascoltato memorie del paese dai loro cari, che rammentano luoghi e fatti, affetti e persone. Tutto questo è molto bello e credo debba spingerti a continuare.
Un saluto da maria Granati
E’ con grande piacere che ho ricevuto la sua risposta e le notizie, per me in gran parte nuove, sulla storia della famiglia! Ho pensato di portare le mie ragazze (18 e 14 anni) a seguire questa traccia e, se riesco, anche lo zio Francesco Fioretti, ora 85enne ma in gran forma. Il periodo buono per questa incursione sarà fine agosto-primi di settembre, prima dell’inizio della scuola. Saprebbe indicarmi un bed&breakfast o simili nella zona? In quell’occasione potremmo incontrarci per scambiare due chiacchiere o visitare insieme qualche luogo, se le sarà possibile.
Grazie per la sua attività di promozione culturale.
Un caro saluto
Silvia Lona
Buongiorno,
domani, 2 settembre, partirò per Potenza Picena con le mie figlie per una breve vacanza. Visiteremo il palazzo Compagnoni Marefoschi a Macerata e cercheremo altri luoghi da visitare (Palazzo Rosso, Il Giardino ecc.) a Potenza Picena e dintorni. Probabilmente pernotteremo alla country house Cipolla D’oro.
Le rinnovo i miei saluti.
Silvia Lona