“Le Fontanelle” – Ieri parco della “Rimembranza” oggi parco della “dimenticanza” storica e del cemento
I lavori di sistemazione del Parco delle Fontanelle, in via Lodovico Scarfiotti, con la creazione di una pista di skate dove in precedenza era stata costruita in maniera infelice una pista di pattinaggio, stanno stravolgendo completamente la originaria fisionomia del luogo, rimasto per tanti secoli “selvaggio” e naturale, oggi quasi completamente occupato dal cemento.
Questo spazio, chiamato anticamente Mercato di S. Francesco oppure orto “Coccioni”, era stato tenuto sempre sodivo, non coltivato, proprio per evitare danneggiamenti alla cinta muraria medioevale presente nella zona. Solo nel 1923 è stato scelto per ospitare il Parco della Rimembranza, a ricordo dei caduti santesi della Iª guerra mondiale. Nel 1927 è stato arricchito con l’inserimento del tempietto votivo, dono dei fratelli Scarfiotti di Potenza Picena. La zona era stata interessata in precedenza da un’altro importante intervento pubblico, cioè la costruzione nel 1893 nell’area del parco di una Neviera, cisterna sotterranea per la conservazione della neve (oggi ancora presente), progettata dall’Ing. Giuseppe Pierandrei e costruita dall’impresa Clementoni Giuseppe.
Nel 1927 il Comune di Potenza Picena ha costruito in questa area il lavatoio pubblico, con quattordici vasche, opera delle imprese Clementoni Pasquale e Monsù Giovanni (si tratta del locale a fianco dell’abitazione di Chiatti, oggi sede dell’Hockey). Durante l’ultimo conflitto mondiale inoltre sono stati scavati i rifugi sotto la scarpata del Pincio, gallerie che consentivano alla cittadinanza di proteggersi dalle incursioni aeree degli alleati. In prossimità delle abitazioni poste sotto le Fontanelle, si trovava anche la quarta porta di accesso al paese, denominata Porta del Cunicolo o della Cava (oggi resta a testimonianza solo un rudere di muro con feritoie). Sotto, vicino alla strada della Circonvallazione, era presente la Fonte della Cava. Nella scarpata dell’ex Parco della Rimembranza sono ancora oggi ben visibili le antiche mura castellane di epoca medioevale, probabilmente le più antiche del centro storico, poste in posizione verticale. In questa zona selvaggia, ricca di testimonianze storiche ed architettoniche molto importanti, l’Amministrazione Comunale ha deciso un intervento invasivo, mai osato da nessun altro nel passato, che stravolge in maniera irreversibile questo luogo, tanto caro ai santesi. Questa parte del Centro Storico, per la sua storia e le sue testimonianze, doveva essere maggiormente tutelata dalla Soprintendenza ai Monumenti di Ancona; invece il progetto dei lavori è stato approvato senza alcuna osservazione. Inoltre, tenendo conto della spesa complessiva dei lavori, pari a € 150.000, quanto meno si poteva prevedere un intervento per sistemare internamente, con un adeguato restauro, il tempietto votivo, decorato dall’artista recanatese Politi Corrado. Invece no. Perché?
Trovo molto curioso il fatto che in questa parte del colle dove sorge il nostro paese siano presenti espliciti riferimenti a strutture sotterranee. Ciò che colpisce di più la mia attenzione è il nome assegnato alla porta di accesso al paese che sorgeva in quest’area. “Porta del Cunicolo o della Cava” non può che ricordarmi spazi sotterranei scavati dall’uomo. Anche la vicinanza della “Fonte della Cava” non può che incrementare ulteriormente la mia curiosità.
Intendiamoci, non voglio affermare con certezza che il sottosuolo di Potenza Picena sia attraversato da un dedalo di gallerie e … cunicoli, ma è un dato di fatto che molti centri della nostra regione siano percorsi da cavità che nel corso del tempo sono serviti alla cittadinanza come spazi per rifugiarsi dalle incursioni nemiche, deposito di alimenti, luoghi di culto ed attività estrattive (consiglio a tutti una visita nella “Camerano sotterranea”). Pertanto ritengo che meritino attenzione anche questi luoghi celati alla vista che per qualche strana ragione sono stati per troppo tempo dimenticati o ricoperti da uno strato di indifferenza che li ha lasciati cadere nell’oblio ma, nello stesso tempo, ne ha preservato un’integrità che sarebbe opportuno restituire intatta alla storia del nostro paese.